Informatica e diritto, XXXV Annata, Vol. XVIII, 2009, n. 1, pp. 153-163

Francesca Badocco

Riflessioni sul diritto d'accesso a Internet nell'ambito del diritto dell'Unione europea

The Right to Internet Access under the European Union Law

Il contributo, prendendo le mosse dall'evoluzione della società dell'informazione nell'ambito dell'Unione europea, tenta di offrire una risposta al quesito di stretta attualità, a seguito dell'entrata in vigore del "pacchetto telecom" il 18 dicembre 2009, se sia possibile riconoscere al diritto d'accesso ad Internet autonomia rispetto ai diritti fondamentali di cui permette l'espressione. L'indagine si snoda attraverso l'esame del ruolo svolto dalla Commissione europea, con una panoramica sulle azioni dalla medesima promosse, e la valutazione in chiave positiva dell'atteggiarsi delle altre istituzioni, in particolare del Parlamento europeo, per approdare all'analisi dell'attuale quadro giuridico di riferimento in materia di telecomunicazioni. Al riguardo, viene ricostruito il percorso, non sempre scandito da linearità, che ha condotto alla elaborazione del "pacchetto telecom". In particolare, si dà atto degli interventi di carattere innovativo emersi in sede parlamentare, nonché delle posizioni espresse dalla Commissione europea in materia di accesso ad Internet, per incoraggiare l'approvazione di misure in grado di permettere il concreto esercizio dello stesso. Un particolare approfondimento è dedicato alla ricostruzione sistematica dei singoli provvedimenti (in particolare, il regolamento (CE) 1211/2009, istitutivo del nuovo organismo dei regolatori delle telecomunicazioni - BEREC -; la direttiva 2009/136/CE, nota come direttiva "diritti dei cittadini", e la direttiva 2009/140/CE, conosciuta come direttiva "migliore regolamentazione") che disciplinano la materia, concentrando l'attenzione sulle disposizioni che incidono, in modo anche indiretto, sul diritto d'accesso ad Internet, tenuto conto anche delle dichiarazioni contenute nei rispettivi considerando. All'esito dell'analisi "incrociata" dei dati emersi, si giunge all'elaborazione di conclusioni favorevoli al riconoscimento dell'autonomia del diritto d'accesso ad Internet di portata, se possibile, più ampia rispetto a quella già riconosciuta a livello internazionale, prospettando l'indipendenza del medesimo dall'eventuale pregiudizio di uno dei diritti fondamentali dei quali permette l'estrinsecazione.

This paper aims to offer an answer to the question, which arises with the coming into force of the “telecom package” on 18 December 2009; that is the opportunity to acknowledge autonomy to the right to Internet access. To do so, this investigation analyses the role played by the European Commission, looking at its relevant actions within this area and examines other institutions behaviour, notably that of the European Parliament. The paper then turns to the analysis of the current telecommunications legal framework, dissecting the development of the “telecom package”, highlighting the non-linear path it took during its formative stages. It emphasises the innovative interventions within the European Parliament as it evolved, as well as the European Commission positions on the right to Internet access aimed at encouraging the adoption of relevant measures which facilitate the exercise of that right. The systematic reconstruction of the new regulatory framework, which comprises Regulation (CE) 1211/2009 establishing the Body of European Regulators for Electronic Communications (BEREC), the Directive 2009/136/CE, also known as “Citizens’ Rights” Directive, and the Directive 2009/140/CE, also called the “Better Regulation” Directive, is considered. In particular, the provisions concerning the right to Internet access are analysed along with the principles arising from the relevant recitals. As a consequence of the cross analysis of the resulting data it is possible to propose some positive conclusions about the autonomy of the right to Internet access. In particular, it would be correct to acknowledge a more extended autonomy of the relevant right at the European level compared to the international level, on the grounds of the independence of that right from the prejudice of any fundamental right connected to it.

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